Aprile

Salone dei Mesi


Francesco del Cossa
(Ferrara, c. 1436 - Bologna, 1478)
Aprile
affresco
parete est


Il mese di Aprile e il relativo segno del Toro sono posti sotto la tutela di Venere, il cui carro è trainato da eleganti cigni. Dinanzi a lei Marte è inginocchiato e incatenato: un’evidente allusione al potere che l’amore può avere sulla guerra. Attorno, a sottolineare il clima idilliaco favorito dalla protezione della dea, alcuni giovani cortigiani si scambiano effusioni, giocano e suonano. A destra, le figure delle Tre Grazie che, pur ispirate a modelli antichi, appaiono carnose e naturalistiche.

Lo spazio zodiacale è occupato dal Toro e dai suoi tre decani: a sinistra la donna col bambino allude alla costellazione delle Pleiadi, mentre la figura al centro con la grande chiave si riferisce a Sirio, la stella della costellazione del Cane. L’ultima figura, l’arcigno uomo scuro con i denti aguzzi da cinghiale, accompagnato da un cavallo e da un cane, sembra una sintesi iconografica di diverse tradizioni astrologiche e parrebbe potersi identificare con Aldebaran o con la costellazione delle Iadi, la cui traduzione latina risale a un vocabolo greco che indica proprio il cinghiale.

Nella fascia “cortigiana” si scorge a sinistra la consueta scena di caccia. A destra, un Borso affabile e sorridente consegna un’onorificenza a Scocola, il suo buffone di corte preferito. Poco sopra è raffigurato il Palio di Ferrara, straordinario spaccato urbano di una città che appare memore dell’insegnamento classicista di Leon Battista Alberti.

Per gli aspetti di carattere strettamente artistico, il mese di Aprile presenta le medesime vicende critiche del Marzo. Qui, come in tutta la parete, appare assai forte l’impronta che il viaggio a Firenze ebbe su Francesco del Cossa. Infatti, molte delle soluzioni espresse nella parete est di Schifanoia appaiono impensabili senza una profonda conoscenza di quanto alcuni artisti come Domenico Veneziano o Alesso Baldovinetti – fautori di un’arte di grande equilibrio formale e cromaticamente scintillante nota come “pittura di luce” –, avevano proposto a Firenze tra gli anni Quaranta e Sessanta.

È da rimarcare il miracoloso equilibrio raggiunto da Cossa in ogni parte dell’Aprile, senza dubbio la più riuscita composizione dell’intero ciclo. Memorabili infatti risultano molti dei brani del Trionfo, fortunatissima icona di Ferrara e dell’arte ferrarese, come il vigoroso decano sulla destra o le figure di popolani del Palio impegnati a correre.