Settembre

Salone dei Mesi


Ercole dé Roberti
(Ferrara, c. 1450-1496)
Settembre
affresco
parete nord


Se Agosto rappresenta il mese delle attività agricole, Settembre è tradizionalmente votato alle arti meccaniche. Il protagonista della prima scena è perciò Vulcano, il cui trionfo è evocato dal carro trainato da scimmie. A sinistra, dominano la scena i ciclopi intenti a creare le armi del dio e lo scudo di Enea ornato dalla rappresentazione della lupa che allatta Romolo e Remo. A destra, le due figure distese a letto sono state interpretate come Venere e Marte o come Ylia e Marte, genitori di Romolo.

I decani attorno alla Bilancia non offrono certezze interpretative. Assai dubbia l’identità del primo, un curioso suonatore di flauto, e del secondo, dalle caratteristiche animalesche, forse raffigurazione di Engonasin, padre di Calisto cioè dell’Orsa maggiore. Il terzo decano, composto da due personaggi, è invece ben descritto da Albumasar e allude alla costellazione del Centauro.

Nella parte riservata a Borso, un’antica ma inverificabile teoria vede la scena di maggior importanza incentrata sul marchese che riceve l’ambasciatore veneziano.

Il mese di Settembre si caratterizza per la particolare veemenza espressiva e plastica presente nelle scene del Trionfo e dei decani, ma anche per le straordinarie e felicissime invenzioni che spaziano dalle due figure mitologiche a letto, alla barbara violenza della fucina di Vulcano, dal decano-arciere col volto seminascosto a quello che sovrasta la bilancia con il tremendo volto fortemente scorciato rivolto verso l’alto. Nell’Ottocento, sulla scorta delle fonti settecentesche, il riferimento a Tura o alla sua bottega è stato d’obbligo, finché nel 1934 Roberto Longhi separò nettamente il «mediocre pittore di Agosto» dal «giovane lavorante [che] trova ancor modo di inventare lì per lì un suo personale cubismo furente e immaginoso», identificando quest’ultimo in Ercole de’ Roberti. Esordirebbe così a Schifanoia il terzo grande protagonista dell’Officina ferrarese, che in seguito avrebbe collaborato con Cossa al polittico Griffoni in San Petronio a Bologna, dipingendo tra l’altro la movimentata e stupefacente predella, ora conservata ai Musei Vaticani.

L’intuizione longhiana ha trovato in Italia consensi che sfiorano l’unanimità, mentre gli studiosi di matrice anglosassone tendono tuttora a rifiutare tale attribuzione, contrapponendo l’argomento che nel 1469 l’artista doveva essere troppo giovane.

La pubblicazione dell’importante documento cui si fa cenno nella sezione dedicata al mese di Agosto, attesta come Ercole de’ Roberti fosse nel 1467, prima che collaboratore di Cossa, garzone della bottega di Gherardo da Vicenza, convalidando l’ipotesi che maestro e allievo debbano aver lavorato rispettivamente al mese di Agosto e di Settembre; inoltre, altre analisi documentarie testimoniano che nel 1469, al momento dei lavori a Schifanoia, Ercole doveva avere almeno 19 anni: un’età più che compatibile con l’incarico di eseguire la decorazione del mese di Settembre.