La Sala dell'Albo Pretorio
In questa sala, dove storicamente si pubblicano gli atti amministrativi del Comune, spicca una bifora trecentesca, ritrovata nell’ambito di alcuni lavori condotti nel 1899. Doveva appartenere al palazzo di Corte subito dopo la sopraelevazione di questo corpo di fabbrica, voluta da Nicolò II nel 1375. La bifora, parte integrante di un prospetto che un tempo si affacciava su un cortile, fu restaurata e ricomposta nel 1900. Alle sue linee ci si ispirò per il rifacimento della facciata del palazzo Municipale di fronte al Duomo (1924-28).
Dietro la bifora si accede al Camerino delle Duchesse, concepito per Eleonora e Lucrezia d’Este, figlie del duca Ercole II. Questo piccolo ambiente, che ben rappresenta la straordinaria raffinatezza degli Estensi, fu decorato tra il 1555 ed il 1560 in gran parte da Cesare, Camillo e soprattutto Sebastiano Filippi (detto il Bastianino).
Secondo la tradizione il “Camerino” veniva utilizzato dalle giovani figlie del duca che qui si abbigliavano, si acconciavano, insomma, “si facevano belle”. Era perciò una stanza intima e appartata, facilmente riscaldabile nelle fredde sere d’inverno, che si prestava anche per i colloqui privati e per lo studio.
Le pareti del “Camerino”, formate da pannelli decorativi in legno dipinto e dorato, presentano uno zoccolo caratterizzato da elementi geometrici e piccole figure monocrome in pose diverse, sul quale si elevano alcune lesene ornate con riquadri di vetri colorati che imitano i marmi pregiati. Tra una lesena e l’altra vi sono tavole decorate a grottesche su fondo oro, ma anche vari motivi ornamentali e raffinate figure allegoriche e mitologiche: si noti in particolare l’Abbondanza (che tiene a sinistra la cornucopia) e nella parete opposta Minerva. Sopra la finestra si vede una bella immagine di Apollo, infine, nel soffitto un dipinto dal sapore settecentesco raffigura l’Aurora con il Carro del Sole.