Ambiente Terra
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Questa sezione è quella di più recente allestimento e si sviluppa per circa un terzo del percorso espositivo del Museo. Nella sua realizzazione, sono stati adottati criteri espositivi non convenzionali: rispetto al tradizionale Museo di ispirazione didattica ed impostazione ottocentesca, in cui molti esemplari biologici o geologici sono esposti in sequenza suddivisi per gruppi di catalogazione, in “Ambiente Terra” si è privilegiato l’approccio ecologico, contestualizzando i reperti nel loro ambito geografico e paesaggistico.
E’ nato così un percorso differente e complementare a quello più tradizionale, articolato in discipline, adottato nelle altre sale del museo.
La sezione è dedicata al pianeta Terra, in omaggio alla grande varietà di paesaggi e di forme di vita del mondo in cui viviamo. Tale varietà testimonia una storia di miliardi di anni che l’uomo sta imparando a decifrare grazie agli strumenti forniti dalle scienze naturali.
In “Ambiente Terra” vengono illustrati temi ambientali di valenza generale con il supporto di alcuni esempi legati al territorio regionale e al ferrarese.
Accanto alle molte vetrine con esemplari di fauna, flora, fossili e rocce, tutte realizzate con un ricco corredo iconografico e didascalico, nel percorso espositivo sono inseriti display multimediali, modelli e ricostruzioni di ambienti.
La sezione è suddivisa in tre capitoli: “La lettura dell’ambiente”, “Le tracce del tempo e “Cantiere Terra”, riconoscibili per i tre colori differenti verde, blu ed arancione delle bande superiori all’interno delle vetrine.
Il capitolo “La lettura dell’ambiente” affronta, prima di tutto, l’evoluzione delle tecniche di rappresentazione del paesaggio. Sulla destra, nella grande vetrina iniziale, ci sono esempi di cartografia: di quella più antica, basata sull’esperienza diretta dei luoghi, e di quella più moderna, nata dall’invenzione degli strumenti di precisione e, basata oggi sulla fotografia aerea e satellitare.
Successivamente, sempre sulla destra, si passa a due vetrine affiancate che mostrano alcune delle tecniche adottate sul campo e in laboratorio per studiare e descrivere le comunità animali: si tratta di alcuni dei metodi di indagine più spesso utilizzati dai ricercatori del Museo.
La biodiversità
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Al centro della sala, spicca la ricostruzione in grandezza naturale di un particolare del Bosco della Panfilia, una delle ultime cospicue formazioni boschive rimaste in Pianura Padana. Si tratta di 80 ettari di foresta situati nel comune di S. Agostino, in provincia di Ferrara. Nel modello (che più correttamente viene definito “diorama”) si possono osservare, ai piedi della riproduzione di un giovane esemplare di frassino meridionale, animali e piante un tempo comunissimi nella valle del Po e ora relegati a poche zone superstiti.
Attorno al diorama, si sviluppa una grande vetrina semicircolare che descrive alcuni degli ecosistemi tipici della pianura, lungo un percorso ideale che congiunge la città di Ferrara al mare. Seguendo il fiume Po e le ramificazioni del suo delta, si incontrano ambienti urbani, campi coltivati, zone umide d’acqua dolce e di acqua salmastra, boschi costieri (ereditati da fasi climatiche più calde e perciò di chiara impronta mediterranea) dune e litorali sabbiosi, con le loro tipiche specie animali e vegetali.
“Ambiente Terra” prosegue poi con il capitolo “Le tracce del tempo”, contrassegnato dalla banda colorata blu. Sotto questa denominazione sono raccolte vetrine e installazioni che illustrano alcuni dei fenomeni che attraverso le ere geologiche hanno portato all’attuale ricchezza di ambienti naturali e di specie viventi.
Sulla destra, due diorami mostrano diversi tipi di ecosistemi “relitti”; ecosistemi ereditati da differenti fasi climatiche, che ancora oggi coesistono, sull’Appennino Emiliano, grazie a particolari condizioni locali. A destra, un ecosistema “relitto” di climi freddi che oggi rintracciamo nell’alta Val Parma, caratterizzato da piante ed animali che hanno avuto origine nella tundra boreale.
A sinistra, un ecosistema “relitto” di climi caldi, presente nel bolognese e contraddistinto da specie che come l’istrice, che nell’attuale fase climatica calda si stanno muovendo verso nord.
La vetrina di fronte e l’annesso display digitale illustrano l’aspetto della Pianura Padana nel corso dell’Olocene, cioè negli ultimi 10.000 anni, prima però che le trasformazioni apportate dall’uomo al paesaggio, divenute determinanti con l’espansione dell’Impero Romano, ne trasformassero completamente la fisionomia.
"Cantiere Terra"
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La parte geologica di “Ambiente Terra” illustra i principali argomenti delle Scienze della Terra attraverso campioni, modelli e una ricca iconografia.
Durante la visita, si incontra dapprima un’istallazione con il modello dell’Empire State Building utilizzato, insieme a pannelli retroilluminati, per introdurre il concetto di tempo geologico, ossia quelle quantità di tempo talmente grandi e diverse dal tempo “storico” con il quale siamo abituati a ragionare, da sfuggire alla percezione umana.
Di fronte si trova una vetrina che illustra la differenza fra tempo relativo e tempo assoluto. Fino a circa un secolo fa, si usava esclusivamente il tempo geologico relativo, ossia un evento era considerato più vecchio o più giovane di un altro, ignorando le quantità di tempo coinvolte. Con la scoperta della radioattività, si ottiene lo strumento per assegnare una quantità di anni agli eventi geologici, passando così al concetto di tempo assoluto.
Proseguendo nella visita, spicca il modello di una successione rocciosa di quasi quattro metri di altezza, utilizzata per interpretare le indicazioni paleo-ambientali che si possono “leggere” nelle rocce.
Si passa poi ad un’ampia vetrina dedicata ai processi che trasformano un organismo, o le tracce della sua presenza, in un fossile. La vetrina mostra anche come i fossili siano ben più diffusi di quanto crediamo e come sia possibile “vedere” i fossili, anche in contesti privi di rilievi rocciosi, come il territorio di Ferrara.
Di fronte si sviluppa un pannello che, letto insieme ad un modello della Terra, illustra la struttura interna del nostro pianeta.
La visita prosegue con due pannelli che illustrano la teoria della “Deriva dei Continenti” e le successive scoperte scientifiche che hanno portato alla formulazione della teoria della “Tettonica delle Placche”.
Di seguito una lunga vetrina dedicata alle principali rocce ignee, sedimentarie e metamorfiche.
La parte generale della sezione strettamente geologica di Ambiente Terra termina con una vetrina dedicata a vulcani e terremoti a scala globale.
Infine, seguono due unità espositive dedicate ad aspetti geologici di interesse locale: una vetrina dedicata alla sismicità storica ferrarese inserita nell’ambito della sismicità nazionale e un’altra dedicata alla geotermia dell’area del ferrarese, con un dettagliato modello del giacimento geotermico di Casaglia, nei pressi di Ferrara.