Il Palazzo Ducale Estense, ora Palazzo Municipale
Cenni storici
Prospetto in fronte alla Cattedrale
Facciate sulla piazza Municipale
Prospetto su Corso Martiri
Storia, arte e architettura
Il Palazzo Ducale Estense (ora Palazzo Municipale), è attualmente in gran parte di proprietà del Comune di Ferrara. Fu edificato a partire dal XIII secolo dagli Estensi, signori di Ferrara dal 1264, che vollero stabilirvi la loro residenza. Il nobile fabbricato fu innalzato di fronte alla Cattedrale (1135), attorno alla quale proprio a quell’epoca si stava consolidando il centro del potere cittadino. Originariamente il palazzo era costituito dal corpo di fabbrica su via Cortevecchia e da quello di fronte alla Cattedrale. L’edificio fu ampliato nella seconda metà del XIV secolo per volere del marchese Nicolò II, mentre tra il 1479 ed il 1481 il duca Ercole I d’Este fece assumere all’intero complesso l’assetto planimetrico attuale, organizzando il Palazzo Ducale attorno al “Cortile” (attuale Piazza Municipale) e al retrostante "Giardino delle Duchesse". Quest’ultimo viene descritto all’epoca come un luogo paradisiaco circondato da bellissimi loggiati, uno spazio verde esclusivo frequentato inizialmente dal duca e dalla corte. Oggetto di trasformazioni nei secoli successivi, il giardino conserva tuttavia un grande fascino e viene aperto al pubblico in occasione di manifestazioni particolari. Proprio con Ercole I d’Este la città raggiunse il massimo splendore: fu proprio il duca, insieme all’architetto di corte Biagio Rossetti, ad ideare la famosa Addizione Erculea, il piano regolatore ante litteram della zona a nord del Castello Estense, grazie al quale Ferrara divenne la “prima città moderna d’Europa”.
Il palazzo fu abitato dagli Estensi fino al 1598, anno in cui Ferrara passò sotto il diretto dominio dello Stato Pontificio; da quel momento il palazzo, pur rimanendo per un lungo periodo in parte di proprietà ducale, cessò la sua destinazione di residenza della Corte, per poi divenire un complesso architettonico frazionato tra diversi intestatari, fino ad essere destinato principalmente a Residenza Municipale. L’edificio risente quindi delle varie modifiche apportate nei secoli.
Gli esterni
Il prospetto di fronte alla Cattedrale é il risultato di un radicale rifacimento, eseguito tra il 1924 ed il 1928, quando si riproposero le linee e le architetture di derivazione trecentesca che oggi vediamo. Nell’ambito di questi lavori fu costruita anche la Torre della Vittoria, a completamento della nuova facciata in “stile gotico”. La torre fu dedicata alla memoria dei caduti della grande guerra e contiene all’interno la “Vittoria del Piave”, una statua in bronzo dorato eseguita dallo scultore ferrarese Arrigo Minerbi (Ferrara 1881 – Padova 1960).
Proprio di fronte al protiro della Cattedrale si trova il Volto del Cavallo; ai lati di questo antico accesso del Palazzo di Corte, stanno un raffinatissimo archetto ed una colonna sui quali sono posti rispettivamente il marchese Nicolò III a cavallo ed il duca Borso d’Este seduto su faldistorio. Le due statue, eseguite nel 1927 dallo scultore Giacomo Zilocchi, sono copie di quelle originali del XV secolo; queste ultime, realizzate da valenti artisti quali Nicolò Baroncelli, Antonio di Cristoforo e Domenico di Paris, furono distrutte nel 1796 durante l’occupazione francese. Originale é la colonna di Borso, più volte restaurata, nonché il quattrocentesco archetto su cui poggia la statua equestre, autorevolmente attribuito a Leon Battista Alberti per la purezza delle linee tutta rinascimentale ed eseguito da Bartolomeo di Francesco.
Dal Volto del Cavallo si accede alla Piazza Municipale (antico Cortile Ducale). Qui ebbero luogo alcune tra le prime rappresentazioni sceniche del Rinascimento: molte le commedie classiche apprestate dagli Estensi, come i Menaechmi di Plauto, recitata nel 1486 nella traduzione volgare, cui assistette anche l’adolescente Ludovico Ariosto. In Piazza Municipale colpisce sia il maestoso Scalone, eretto dall’architetto ducale Pietro Benvenuti nel 1481, che la Cappella di Corte (oggi Sala Estense), edificata nella seconda metà del XV secolo dal duca Ercole I d’Este per la moglie Eleonora d’Aragona ed in onore della Vergine Maria; il portale monumentale di questa ex chiesa fu composto con elementi di diversa provenienza nel 1692, mentre le due statuette ottocentesche di San Giorgio e San Maurelio, scolpite da Francesco Vidoni, furono collocate durante i restauri condotti nel 1835. L’antico edificio di culto, trasformato in cinematografo nel 1916-17, è ora destinato a conferenze e spettacoli.
Il portale é inserito in un interessante prospetto, dove spiccano le otto eleganti finestre trilobate del piano nobile (seconda metà del XV secolo) e la meridiana ottocentesca.
Mentre sul lato sud della piazza spicca lo stretto Volto del Cavalletto, uno degli antichi accessi al Cortile, il prospetto all’imbocco di via Garibaldi è caratterizzato dal Volto della Colombina e da un loggiato rinascimentale, modificato nella parte superiore alla fine dell’Ottocento, quando l’ingegnere Giacomo Duprà fece assumere al corpo di fabbrica di origine quattrocentesca l’aspetto attuale.
Il prospetto lungo Corso Martiri della Libertà é il risultato di un rifacimento operato nel 1738 dagli architetti Angelo e Francesco Santini. Su Piazza Savonarola il palazzo é caratterizzato dalla cosiddetta Loggia dei Camerini, elegante struttura architettonica marmorea cinquecentesca a sei arcate, mentre la parte sovrastante é stata realizzata nell’ambito dei lavori settecenteschi condotti dai Santini.
Particolarmente suggestive le vicende legate alla Via Coperta, cioè l’edificio posto su cinque arcate che collega il Palazzo Municipale con il Castello Estense. La Via Coperta sorse come architettura compiuta con Ercole I d’Este a partire dal 1471, ma fu solo con il figlio Alfonso I, al potere dal 1505 al 1534, che essa divenne uno straordinario simbolo del potere estense; in quell’edificio, infatti, Alfonso realizzò i famosi Camerini Dorati (noti come i “Camerini di Alabastro”), sede un tempo della sua famosa raccolta di opere d’arte di grande pregio, oggi conservate nei più grandi musei del mondo come l’Ermitage di San Pietroburgo, il Prado di Madrid, il Louvre di Parigi. Risale al XVI secolo anche il balcone in marmo che si affaccia su Piazza Savonarola, un elemento che aggiunge un tocco di eleganza al corpo di fabbrica in questione, oggetto nei secoli di varie trasformazioni.
Sale e ambienti interni
Il maestoso Scalone porta al piano nobile del palazzo, dove si possono ammirare due vasti saloni con soffitti e decorazioni del XVI secolo. In quest’ala del palazzo, che a partire dal XVII secolo fu sede del Maestrato dei Savi (organo di governo dell’epoca), Ercole I d’Este nella seconda metà del ‘400 aveva fatto costituire la cosiddetta “Sala Grande” per feste e spettacoli teatrali; qui nel 1531 Ludovico Ariosto, al fine di rappresentare a corte le proprie commedie, vi fece sistemare il “primo teatro stabile in Italia”, purtroppo distrutto da un incendio nel 1532.
Tra gli ambienti di maggiore interesse, oltre alla Stanza Dorata (XV secolo), il Camerino delle Duchesse ben rappresenta il gusto e la raffinatezza degli Estensi. Si tratta di un piccolo “stanzino”, uno “scrigno prezioso” concepito per Eleonora e Lucrezia d’Este, sapientemente decorato tra il 1555 ed il 1560 in gran parte da Cesare, Camillo e soprattutto Sebastiano Filippi (detto il Bastianino).
Nella Sala degli Arazzi, invece, sono esposti due pregevoli arazzi fiamminghi della prima metà del Seicento; da notare inoltre un armadio della seconda metà del Cinquecento, i vari oggetti di antiquariato del XVIII e XIX secolo ed un rarissimo tavolo in marmo dipinto.
Si raccomanda, infine, la visita alla Sala dell’Arengo, affrescata con pregevoli decorazioni tra il 1934 ed il 1938 da Achille Funi con la collaborazione di Felicita Frai. L’ambiente, di grande impatto visivo, viene considerato un autentico capolavoro del Novecento ed offre al visitatore una vera e propria esaltazione degli aspetti mitici e leggendari di Ferrara.