IX - Sculture dal Pulpito della Cattedrale
Un disegno inserito negli Annali manoscritti dello storico ferrarese Nicolò Baruffaldi restituisce una precisa immagine del pulpito della Cattedrale, collocato nel quinto arco a destra della navata centrale, così come si presentava nel 1716 prima che si avviasse il radicale restauro che muterà l’aspetto dell’interno del Tempio.
Realizzato nel 1515 a spese del notaio Baldassarre Diani, il pulpito fu costruito riutilizzando sculture già presenti in Cattedrale. Dopo la demolizione del complesso liturgico, i marmi subirono un’inevitabile dispersione: alcune lastre furono riutilizzate per la pavimentazione dell’atrio, altre giunsero al Lapidario dell’Università, mentre il rilievo raffigurante l’Agnello Mistico [94] è stato recuperato soltanto durante i lavori di abbassamento del livello del sagrato nel 1924.
Le lastre superstiti sono chiaramente riconoscibili nel disegno del Baruffaldi: in alto a destra, ad esempio, si riconosce la Presentazione al Tempio [92], realizzata da uno anonimo scultore di origine campionese, proveniente cioè dall’alta Lombardia, tra Como e Lugano. Maestranze campionesi sono documentate nei principali cantieri delle cattedrali padane dal XII al XIII secolo, come nella stessa Ferrara, dove loro interventi sono ravvisabili nel completamento della facciata della cattedrale. Alla medesima cultura è ascrivibile anche la lastra raffigurante il Liocorno [95] che illustra, con vivacità espressiva e finalità morali, il tema iconografico derivato da un episodio della leggenda di Baarlam e Josaphat.
Ai lati della parte inferiore del pulpito erano collocati i due bassorilievi raffiguranti rispettivamente Un contadino e un guerriero [96] e una Scena di vendemmia [97], il primo opera di un artista di gusto classicista attivo nella bottega di Nicholaus, il secondo, successivo di un secolo, affine al gusto del Maestro dei Mesi.